Gilgamesh

Il Re della terra tra i fiumi

Gilgamesh

Mille e mille anni fa, in Mesopotamia, visse un uomo che compì straordinarie imprese allo scopo di diventare immortale come gli dei. La Mesopotamia, che ora chiamiamo Iraq, è un grande territorio fra due fiumi, il Tigri e l’Eufrate. L’uomo si chiamava Ghilgamesc, era re della città di Uruk che rese splendida e circondata da alte mura, le sue gesta furono cantate dai poeti, narrate a voce per generazioni, infine scritte in accadico su tavolette di argilla come era uso in quei tempi remoti, tavolette conservate nella grande biblioteca reale e perdute nella distruzione della città. Quando sembrava persa ogni speranza di recuperarle, dopo secoli e secoli le ritrovarono nell’Ottocento archeologi di tutto il mondo, le restaurarono, studiarono, tradussero, in modo che anche noi potessimo conoscere questa antica storia, una storia che comincia così: “Racconterò al mondo le imprese di Ghilgamesc, l’uomo che ha visto tutto, il re che girò il mondo. Ghilgamesc era saggio, conobbe cose segrete e misteriose, ci raccontò il Diluvio Universale. Fece un lungo viaggio poi, sfinito, sfibrato dalla fatica, fece ritorno a casa ed allora incise su una pietra la sua storia”.
Questo l’inizio del libro per ragazzi che sto scrivendo in queste settimane, verrà edito da La Nuova Frontiera. Per loro ho già pubblicato Orlando furioso e innamorato da Ariosto e Boiardo, e Racconti d’inverno dai romance di William Shakespeare . Ma Orlando lo avevo messo in scena – una messa in scena sonora – nei musei italiani,  Shakespeare  lo frequentavo dai tempi del ginnasio, di Ghilgamesc (lo scrivo così, come gli esperti dicono vada pronunciato) avevo una conoscenza davvero superficiale. Eppure quando l’editore Rodolfo Ribaldi me l’ha proposto ho accettato la sfida con entusiasmo. E sono contento di averlo fatto - spero lo saranno altrettanto i lettori. Non è solo uno straordinario reperto archeologico. Non è semplicemente un’affascinate avventura - giganti, mostri, dei, sogni, magie, il lago avvelenato, il Diluvio Universale. Ghilgamesc è un vero viaggio iniziatico, la storia di un uomo da principio bambino egocentrico – tutti gli uomini suoi servi, sue tutte le donne –  che poi attraverso mille incontri, la scoperta dell’amicizia, il coraggio e la paura, riesce a trovare quella somiglianza con il mondo, come la chiamava Jung, insomma a capire che siamo tutti nella stessa barca, e ad accettare la morte ( tutta la sua vicenda è una vana ricerca dell’immortalità) e dunque la vita. Anche stavolta ho cercato di stare il più vicino possibile all’originale ( non in accadico, non esageriamo, nella versione del francese Jean Bottero) e di riportarlo nei dialoghi per restituirne il fascino arcaico: come si fa a resistere  ad espressioni come “ il sonno cadde su di lui”?. Agli adattamenti dei classici per ragazzi ci credo, sono convinto che le porte di questi mondi vadano aperte il prima possibile. Non avrei mai amato tanto Omero se non avessi cominciato a leggerlo a sette anni ne La Scala d’Oro.

Edizioni La Nuova Frontiera
Illustrazioni Irene Rinaldi
(in uscita a novembre)



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